giovedì 31 maggio 2012

MANI





Famose le mani di Louis Aragon, anzi, "le mani di Elsa" tradotte in poesia da Aragon. Più recenti quelle di Vittorio Sereni, direi più buie.
Le mani, vengono subito dopo il contatto visivo, dopo lo sguardo. Appena oltre la pupilla, arriva la mano, stretta o leggermente sfiorata, è porta di conoscenza, è avvicinamento cauto quando non ancora permanenza, gesto abituale, reiterato. Ci sono  mani che aprono e lasciano andare oppure che fermano, difendono, allontanano. Non sono mai nostre quelle che vorremmo stringere nè tantomeno,ovvio, quelle sognate. Luogo dell'anafora e dell'imperativo, le mani di Elsa sono paradigma dell' "altro", supplica benevola al dono impossibile del restare, tentativo di  comunicare l'indicibile, fuori da ogni linguaggio formale.  Il discorso delle mani supera la grammatica d'ogni parola e sguardo. Ma soprattutto,  le mani raccontano l'assenza, dicono che non possiamo trattenere e che ogni incontro è già una mancanza.

polange

LE MANI  di Vittorio Sereni


Queste tue mani a difesa di te:



mi fanno sera sul viso.


Quando lente le schiudi, là davanti


la città è quell’arco di fuoco.


Sul sonno futuro


saranno persiane rigate di sole


e avrò perso per sempre


quel sapore di terra e di vento


quando le riprenderai.







LE MANI DI ELSA     di Louis Aragon


Dammi le tue mani per l'inquietudine


Dammi le tue mani di cui tanto ho sognato


Di cui tanto ho sognato nella mia solitudine


Dammi le tue mani perch'io venga salvato.


Quando le prendo nella mia povera stretta


Di palmo e di paura di turbamento e fretta


Quando le prendo come neve disfatta


Che mi sfugge dappertutto attraverso le dita.



Potrai mai sapere ciò che mi trapassa


Ciò che mi sconvolge e che m'invade


Potrai mai sapere ciò che mi trafigge


E che ho tradito col mio trasalire.



Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo


Questo muto parlare dei sensi animali


Senza bocca e senz'occhi specchio senza immagine


Questo fremito d'amore che non dice parole


Potrai mai sapere ciò che le dita pensano


D'una preda tra esse per un istante tenuta


Potrai mai sapere ciò che il loro silenzio


Un lampo avrà d'insaputo saputo.



Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformi


Taccia il mondo per un attimo almeno


Dammi le tue mani ché la mia anima vi s'addormenti


Ché la mia anima vi s'addormenti per l'eternità.







LES MAINS D’ELSA



Donne-moi tes mains pour l’inquiétude

Donne-moi tes mains dont j’ai tant rêvé

Dont j’ai tant rêvé dans ma solitude

Donne-moi tes mains que je sois sauvé

Lorsque je les prends à mon propre piège

De paume et de peur de hâte et d’émoi

Lorsque je les prends comme une eau de neige

Qui fuit de partout dans mes mains à moi

Sauras-tu jamais ce qui me traverse

Qui me bouleverse et qui m’envahit

Sauras-tu jamais ce qui me transperce

Ce que j’ai trahi quand j’ai tressailli

Ce que dit ainsi le profond langage

Ce parler muet de sens animaux

Sans bouche et sans yeux miroir sans image

Ce frémir d’aimer qui n’a pas de mots

Sauras-tu jamais ce que les doigts pensent

D’une proie entre eux un instant tenue

Sauras-tu jamais ce que leur silence

Un éclair aura connu d’inconnu

Donne-moi tes mains que mon coeur s’y forme

S’y taise le monde au moins un moment

Donne-moi tes mains que mon âme y dorme

Que mon âme y dorme éternellement..



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