martedì 22 ottobre 2013

BELLO MONDO





Bello mondo, anche quando bello non è... Bello mondo, se "ferri da stiro nel petto" non pesano nella memoria, se la visuale è quella di un "dopo", e di tutto l'umano resta la terra negli occhi e facce e zampe nell'aria e nel vento, resta il frutto, la foglia, il piccolo e il poco che ci ha salvati.

polange


da Predica ai pesci



Bello, bello, bello mondo, bello ridere di mondo in luce mattutina in
colorazione di mondo con stagioni e popolazione e animali.

Bello mondo questo ricordo, questo io lo ricordo bello, molto bello mondo, con cielo diurno e notturno, con facce che mi piacevano e musi e zampe e vegetazione che mi sospirava e mi sospirava leggera leggera, tirando via chili e scarponi interiori che mi infangavano, tirando via ferri da stiro che mi portavo nel petto, e gran pulitura di dentro.

Bello questo io lo ricordo bello -
Io ho avuto soccorso a volte da una piccola foglia, da un frutto così ben fatto che dava sollievo al mio disordine di fondo. Si si.


Mariangela Gualtieri

LA VOCE DELLA SPECIE



Mariangela Gualtieri. Nessuna voce poetica della contemporaneità adopera le parole con una energia rinnovata e allo stesso tempo sostanza verbale del passato migliore. Versi che marcano stretto, che non lasciano la presa dell'anima, anzi, la stringono per moltiplicare il senso dell'esistere. Le parole dell'indicibile, mai intere, mai a rappresentanza totale dell'io, sempre sostitute del vero io eppure disossate, asciugate, mondate dal quotidiano linguaggio del banale prolisso, sono l'unico segno portato in superficie da cavità di solitudine dell'anima in attesa. Strapparsi alla specie, tradire le compagnie per ascoltare i moti dell'inesprimibile, "in attesa vigilata delle sillabe" che rompono silenzio e non dicono comunque. Perché? Quanta voce é utile, quanta inutile? Parole vane da risparmiare, parole lette, proferite, ascoltate, dimenticate, parole fallimento dell'essere perché nulla dicono di un dentro che le supera. Il mettersi da parte e tacere é il solo gesto poetico che raccorda l'inconciliabile, l'opzione paradossale dell'aforisma di Wittgenstein, il poco é molto se si cammina in un deserto. "Sostanziate righe fulminanti" fanno transitare la voce da un qui a lí.

polange

da “Per solitario andare”

Credo mi dolga questo essermi strappata
alla specie e poi messa qui di lato
in attesa vigilata delle sillabe.
Io credo mi dolga questo stare
abbandonata lateralmente
nel sospeso del mondo
a catturare
pezzi di una voce che ancora butta giù
e dice le sostanziate righe fulminanti.
Io credo mi sentano come traditore
i compagni per questo mio piantare in asso
con modalità or inusuale
nel parlottio cellulare. Stiamo
in stretta vigilanza, in un darci la voce
continuamente in questo deserto.

Mariangela Gualtieri

VOLVER... voci...tornare, ritornare, voltare, volgere, rivolgere,accompagnare...







mercoledì 9 ottobre 2013

DUE HAIKU




Esiste o no 

il sogno che smarrii 
prima dell’alba?


Jorge Louis Borges





Mute le corde.
La musica sapeva
quello ch'io sento.

Jorge Louis Borges

BIVIO








Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. 
E’ più facile andare in discesa, ma alla fine ti ritrovi in un buco.

A salire c’è più speranza. E’ difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.



Tiziano Terzani