giovedì 14 novembre 2013

MICROCOSMI







«Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo. Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla».

Martin Heidegger a Hannah Arendt

DESTINO

A realidade
Sempre é mais ou menos
Do que nos queremos.
Só nos somos sempre
Iguais a nos-proprios.





Segui la tua sorte,
annaffia le tue piante,
ama le tue rose.
Il resto è l'ombra
d'alberi stranieri.

La realtà
è sempre di più o di meno
di quello che vogliamo.
Solo noi siamo sempre
uguali a noi stessi.

Dolce è vivere solo.
Grande e nobile è sempre
vivere con semplicità.
Lascia il dolore sulle are
come offerta agli dei.

Guarda la vita da lontano,
e non interrogarla mai.
Nulla essa può
dirti. La risposta
è al di là degli dei.

Ma serenamente
imita l'Olimpo
nel segreto del tuo cuore.
Gli dei sono dei
perché non si pensano.



















Segue o teu destino,
Rega as tuas plantas,
Ama as tuas rosas.
O resto é a sombra
De arvores alheias.

A realidade
Sempre é mais ou menos
Do que nos queremos.
Só nos somos sempre
Iguais a nos-proprios.

Suave é viver só.
Grande e nobre é sempre
Viver simplesmente.
Deixa a dor nas aras
Como ex-voto aos deuses.

Ve de longe a vida.
Nunca a interrogues.
Ela nada pode
Dizer-te. A resposta
Está alem dos deuses.

Mas serenamente
Imita o Olimpo
No teu coração.
Os deuses são deuses
Porque não se pensam.


Ricardo Reis (Fernando Pessoa)


Destino, secondo definizione, è un percorso prescritto. Per la lingua spagnola è più semplicemente arrivo. Per uno nato a Napoli il destino è alle spalle, è provenire da lì. Esserci nato e cresciuto esaurisce il destino: ovunque vada, l’ha già avuto in dote, metà zavorra e metà salvacondotto.

Erri De Luca (da “I pesci non chiudono gli occhi”)

LETTURE








Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me

 e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via.

Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico:

se non sono anch'io un pezzo dell’idiota di Dostoevskij,

la mia lettura è vana.

Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge

e non per il diritto ottenuto con l’acquisto.


Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro

 ci sia qualcosa scritto su di lui.



Erri De Luca – Alzaia