domenica 22 aprile 2012

Leggere di noi stessi


Leggere libri sacri dà a volte la sorpresa di trovare se stessi in certi versi. Allora ci si sente raggiunti come d'estate dal frammento di cometa che s'incedia proprio davanti ai nostri occhi spalancati nel buio.

Qualcosa del genere su scala minore avviene con le opere della letteratura. Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, nè che sia un classico: se non sono anch'io un pezzo dell'idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana.

Perchè il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l'acquisto. Perchè ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui.

Erri de Luca

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