lunedì 30 aprile 2012

LABIOS LIBRES



LABBRA LIBERE

Alla fine delle terre e i giorni



di orari partenze e arrivi


e aeroporti mangiati dalla nebbia


malato di paesi e chilometri


e rapidi hotel condivisi


Dopo le attese


la fretta


i volti e i paesaggi differenti


ed essere stati abbagliati dall’oblio


o apertamente baciati dalla vita


Dopo quella amata


e quell’ altra intravista appena


donne prese per la mia solitudine


e soffocate per le belle catastrofi


Dopo la violenza e il desiderio


di cominciar tutto di nuovo


dopo gli errori


e i malintesi quotidiani


e le precipitazioni torrenziali del tropico


le notti accarezzate dall’alcool


il tabacco fumato con tanta incertezza


Alla fine di un nome che non oso dire


e di qualcuno che io chiamavo Irene


con una certa voce


una certa maniera di inchiodare gli occhi


alla fine della mia fede nell’intendimento degli uomini


e nel cuore di città e paesi


che non sapranno mai di me


Dopo tanti tentativi di fuggire o affrontare


e comprendere che sono solo


ma non sono solo


alla fine di amori corrosi


e limiti violati


e della certezza che tutta la vita


non è più che brandelli


di un’altra che sarebbe dovuta essere


Alla fine del colpo d’ascia irreparabile del tempo


posso brandire solo queste parole


questa ostinazione di anni e distanze


che si chiama poesia.




Mario Trejo, 
 Traduzione Carlos Sánchez


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