mercoledì 22 luglio 2009

INFINITO CIRCOLARE


Scrivo, per seminare e germinare pensieri e passioni che troveranno dimora in qualche luogo. Non credo che questo pomeriggio e questo mare di quest’ora e questa luce ambrata, con la mia gatta alla finestra, abbiano una finitezza di tempo fugace… no, non credo che le immagini passate davanti allo sguardo come pellicole senza fine debbano necessariamente frantumarsi nell’ingranaggio à rebours di un vuoto che si dimentica e di un presente che gira la manovella. 

Il fotogramma del vissuto lo trattengo per me con greve fatica di memoria, come tessera di un grande mosaico composto di tempi per nulla uguali, i tempi insignificanti e quelli di qualche importanza, le trame di valore e le pieghe sfilacciate di uno sbiadito ricordo che si è fatto impressione proustiana, ritaglio, frammento dal sapore lieve come di eterno naufragare .

 La scrittura raccoglie pazientemente ciò che la vita disperde. E’ grano duro e tempesta la vita e molto altro, ma è necessario un solco su una pagina bianca per scuotere pensiero ed emozione come quando da piccola leggevo e ricopiavo poesie di Pasternack su un quaderno dalla copertina marrone. 

Siamo quello che siamo sempre stati, solo ci sporgiamo in avanti a testa bassa con la durezza dei lasciti dell’esperienza, ci facciamo plasmare e riplasmare da un vissuto che ci trasforma, a volte ci consuma ma che non modifica la nostra essenza. 

Il viaggio che compiamo, al pari di quello degli altri umani, è un tragitto pieno di partenze, esitazioni, scoperte ma non vi è ritorno mai, se non come un doppiare la meta e ripartire in un infinito circolare…

Polange

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