giovedì 30 maggio 2019

LA LIBERTA’







Nel 1991,  vivevo a Torino. Comprai questo libro. Era da poco stato pubblicato, credo nel 1990.  Voliamo, voliamo sempre dove vogliamo, con sguardo di aquila. Oppure restiamo dove vogliamo stare ma sempre viaggiando nel presente. Fidiamoci di noi stessi con le nostre bussole. Non siamo qui per accontentare gli altri e dimostrare nulla a nessuno. Siamo fortissimi,  come solo i superdeboli sanno essere. Non vuote parole ma linguaggio che faccia senso: che esprima "noi". Comprendere.  E non é che c’é un’etá: chi a 6 anni, chi a 20, chi a 40, chi a 50 e chi mai. 




Facciamo cadere tutte le illusioni e guardiamo la realtà. Non accettiamo mai registi né giudici posticci per la nostra vita. Per nessun motivo. Non c'è un destino scritto, né segni nelle stelle.
La stella sei tu.



LA LIBERTA’



“Una persona libera è una persona che non è controllabile, che non pretende la sua felicità dagli altri, che non è condizionabile con la paura.
Come si può controllare una persona così? Non ha bisogno di nessuno, non si sente minacciata dalle critiche, non si cura di quel che pensa o dice la gente di lei. Ha tagliato tutti i fili: non è più un pupazzo.”






“La felicità vera non ha cause. Voi non potete rendermi felice, non siete la mia felicità. La felicità è la nostra condizione naturale , non può essere acquisita perché l’abbiamo già. 
Il mondo va bene perché io sto bene.” 




" La veglia, la felicità ...  è lo stato della mancanza dell’illusione, cioè quando si vedono le cose non per come SI E’, ma per come sono LORO, nella misura in cui questo é possibile per un essere umano.  Lasciar cadere le illusioni, vedere le cose, vedere la realtà.”   




















ABBI CURA DI SPLENDERE





Ho letto questo brano in un libro di Massimo Bisotti qualche estate fa.  Si intitola "La luna blu - il percorso inverso dei sogni". 



Abbi cura di te. Non devi vergognarti di essere come sei. Smetti di proiettare sul tuo presente la sfiducia del passato. Il presente può diventare molto più denso di amore di quanto non immagini. E non paragonarti a nessuno, non sminuirti. Difendi la tua luce. C'è una luce che non si spegne mai, se ogni giorno scegli di proteggerla. Una stella semplicemente splende, non pensa a competere con la luce delle altre stelle. Perciò, più semplicemente, abbi cura di splendere. Tu non sei né giusta né sbagliata perché le persone non sono giuste o sbagliate. Le persone sono stelle a modo loro. 



Sii stella a modo tuo. 

Massimo Bisotti

domenica 26 maggio 2019

LA VIA DELLA BELLEZZA 2







Pat Metheny with Charlie Haden

Resto ancora sul bel libro di Vito Mancuso, dopo averlo terminato rileggo l’introduzione. E mi sembra sintetizzi ancor meglio  l’esperienza di lettura. La dedica di Mancuso è all’Italia: “Al mio paese, l’Italia, sede di tanta bellezza, perché ne ritrovi la via.”   


La bellezza è sempre con noi, perché é in noi. E non é non è mai dipendenza da persone o cose non é attaccamento a qualsiasi  fonte di superficiale benessere. Non si perde mai. Si custodisce. E' qui ed è ora. La bellezza, è una luce dentro che sappiamo riconoscere, che ci indica la via di casa nostra, noi stessi.  Dove stiamo bene. Non c’e bisogno che la vedano gli altri. E’ nostra. Ci illumina il mondo e ci fa essere quello che siamo. Va difesa, va protetta. E’ spazio nostro. Vitale. E' sempre con noi. Ce lo portiamo addosso. Nel quotidiano. 

Come dice Agostino: 
essa è sempre con noi, ma, se noi non siamo con lei, non la percepiamo ed è come se non ci fosse”.  

Angela Poli


“Perché ci viene spontaneo raccogliere sulla spiaggia del mare le conchiglie e i sassolini più belli? Perché rimaniamo incantati davanti a un volto umano o a un dipinto, o avvertiamo un'inesprimibile dolcezza interiore ascoltando musica, o ci soffermiamo con gli occhi spalancati a contemplare un tramonto? Perché, in altre parole, ricerchiamo quella rivelazione, quell'epifania che definiamo bellezza? Vito Mancuso affronta in questo nuovo affascinante libro un mistero che è tipico dell'uomo, e ne interpreta le profondità per farne la bussola capace di orientare il cammino verso la verità. Superando l'aspetto esteriore dei nostri corpi per approfondire il senso dell'interiorità della nostra anima fatta di armonia e fascino, eleganza e grazia, questa riflessione diventa un'avventura alla ricerca delle sorgenti della bellezza in grado di indicarci quali pratiche concrete possiamo mettere in atto per rendere quotidiano il nostro rapporto con essa: solo in questo modo infatti potremo superare ogni indifferenza e tornare, o addirittura iniziare, a gioire al cospetto di quelle opere e di quegli eventi capaci di stringerci il cuore. Perché ricercare e custodire la bellezza è la via privilegiata per onorare il compito che attende la nostra vita.” 




mercoledì 22 maggio 2019

LA VIA DELLA BELLEZZA

Bach, Concerto per vìolino BVW 1041, Richard Galliano.


Porto a termine stasera la lettura di  un bel libro: “La Via della bellezza” di Vito Mancuso. Cominciato a dicembre e centellinato in capitoli e paragrafi nel tempo. Non proprio tutto del saggio personalmente sento di condividere ma questo attiene  alle risposte che ognuno si dá.  Il concetto di fondo, l’asse portante del libro, invece é importante. Si è così prodighi, scrive Mancuso, a definire     l’ indubitabile esistenza in noi di un livello inferiore detto “ inconscio”  da cui procede la nostra vita psichica che quando si sente parlare di livelli superiori dell’io più consapevoli, e  qui Mancuso intende la “spiritualità”,   si è portati a considerarli o “oppio dei popoli” (Marx) o sovrastrutture psichiche del singolo che fungono da gendarme interiore, ego e superego (Freud).  Marx e Freud  negano la nostra dimensione spirituale  e così fa tutta la nostra società desertificata a caccia di balsami new Age, pratiche yoga e quant’altro per lenire una indubitabile vacuità dell’io  e  giustificare e perpetrare assenza di profondità.  Tuttavia, già Plotino, ai suoi tempi aveva sostenuto che affermare la nostra  dimensione spirituale richiede coraggio. E questa non necessita di nessun intermediario, é accessibile a chiunque.  L’esperienza della bellezza è armonia tra opposti, logos e caos, tra sé, il mondo, il senso della propria vita, la legge interiore che  consiste nel sentire di avere  in sé una dimensione più grande di sé. Perfezione che, significa raggiungere la “propria”  perfezione, esser completi nell’ avere dei limiti ed esserne soddisfatti. La dimensione spirituale, la via pulchritudinis, si possiede per natura e si coltiva in una vita, come libertà da sé, dal proprio interesse  e apre lo spazio agli altri, illumina la serenità. Mancuso riprende la distinzione nota tra bellezza romantica del “sublime “, la bellezza “malata” dei romantici, fatta di tormenti e bufere, inferni e paradisi e la bellezza classica dei greci, il sole, la serenitá, il calore, il perseguimento della virtù degli umani.  Credo che mantenere dentro si sé questo spazio e coltivare questa “vista” interiore appagante e umanamente rassicurante sia il modo migliore per dire di sí alla realtà. E in questo spazio che é solo nostro, lasciare uno spazio per gli altri,  affinché vi entrino pian piano, in uno scambio di spazi significativi e arricchenti. A questo serve l’incontro con l’Altro, gli Altri.

 Le SORGENTI DELLA BELLEZZA secondo l’autore sono tre: la prima é LA NATURA, il cielo, la montagna, gli alberi, la luce, il mare che é incontro di acqua+luce+vento+suono.

La seconda sorgente  é l’ESSERE UMANO.  Tutti, ognuno.

 La terza é l’ARTE E LA MUSICA.

 Il dono supremo dell’ umanitá é il dono della bellezza spirituale, la bellezza interiore, che contiene qualcosa di più prezioso dell’”ego”,  é priva di ambizione, non gira in tondo, non manipola né primeggia ma educa e solleva , é spazio di calore e luce, é accessibile ad ognuno ed é “salvezza”. Dostojevskj scriveva “la bellezza” salverà il mondo”  - é a disposizione di tutti. Basta farle spazio.  E’ una dimensione spirituale che la nostra società scaccia con la superficialità, le meditazioni del business New Age, la musicoterapia, l’ippoterapia, con qualsiasi altro artificio che finisca con             -terapia ad uso commerciale o fatuo che serva a sfuggire al vuoto dell’io invece di dare vita a ciò che già c’é di grande in noi. A me lo hanno insegnato da bambina con l’esempio.  Ai ragazzi bisogna insegnare questo ancoraggio che ci fa vivi e in armonia con il nostro esserci. Coltivarlo in sé. Per sé. E’ profondità e stabilità dell’essere e non ha nulla di patologico anzi, crea sani anticorpi ad una società malata.

Questa dimensione ci fa gli occhi belli. A tutti. Ci àncora al tempo reale e ci porta in alto con un’ala che è solo nostra.  E ci salva.

Angela Poli


lunedì 20 maggio 2019

ELEMENTARE





Pierluigi Cappello, poeta friulano,  bilingue come Pasolini, di una precisione rigorosa, una essenzialità che porta dritto al centro delle cose. “Sono nato al di qua di questi fogli”, diceva. Dalle sue esperienze la narrazione del vissuto, lo sguardo chiaro. Solitario ma non solo, esercitava il suo talento con pazienza, la pazienza di un artigiano dotato di cuore e lucidità.  





mercoledì 15 maggio 2019

MI FIDO DI ME





Le rose e la pietra, dal film “Saturno Contro” di F. Ozpetek , una delle mie pellicole cult. All’inizio del film il protagonista dice così : “Non voglio novità, colpi di scena. Voglio che tutto rimanga così per sempre. Anche se "per sempre" non esiste.“ Già ,Todo cambia. 


Senza pensieri. Fidarsi di sé. Dei propri occhi e del connettere con la logica e il cuore asciutto. Pulito. Non perché infallibili  né perché speciali, ma perché uniche radiosonde attendibili del proprio destino. Solerti guardiani del nostro benessere. E gli errori, gli errori tutti non sono altro che asticella flessibile  per prendere il volo, un altro salto evolutivo che allontana da veleni inutili dell’esistenza. O meglio, li trasforma in sangue dolce. 


La miglior cosa da fare stamattina
per sollevare il mondo e la mia specie
è di stare sul gradino al sole
con la gatta in braccio a far le fusa.
Sparpagliare le fusa
per i campi la valle
la collina, fino alle cime delle costellazioni
ai mondi più lontani. Fare le fusa
con lei – la mia sovrana.
Imparare quel mantra che contiene
l’antica vibrazione musicale
forse la prima, quando dal buio immoto
per traboccante felicità


un gettito innescò la creazione. 


Mariangela Gualtieri

SII STELLA A MODO TUO




Yann Tiersen “La noyée”, un vecchio brano di Serge Gainsbourg.


Massimo Bisotti è uno scrittore del web, un po’ da baci perugina e un po’  pop star come tutti quelli che si sono inventati un prodotto producendo se stessi. Tuttavia è immediato,  dá speranza per un futuro di anime che non si lasciano abbrutire dalle ferite e dalle delusioni. Anche se la felicità non é nient’altro che goderti quello che hai giá, non assenza di problemi, non droga affettiva, ma un “nonostante” . Cambia lo sguardo e cambia tutto. Destrutturiamo  i sogni banali, i legacci che incatenano a fantasie che richiedono sforzi sovrumani e conducono fuori pista e mettiamoci il tempo presente, la realtà di giorni assolutamente normali, in cui si ride, si scherza e ci si sente al centro del proprio mondo. Al posto giusto perché giusto sei tu. Chi vuol esserci é già “accanto”. E nulla chiede. Amici che si siedono accanto e tacciono. Giá, “sii stella a modo tuo” è il motto di Bisotti.  E non farti mai togliere da nessuno la poesia dagli occhi. Perché é più resistente del diamante.

Angela Poli



Va bene, il mondo non potrà cambiare e troverai le stesse dinamiche un po’ ovunque andrai. Però nel tempo avverrà una selezione naturale fra le anime che avrai intorno. Alcuni rapporti li conserverai grazie al tuo impegno che non dovrà essere discontinuo come quello che ti diceva il tuo professore di matematica.
Tu gli rispondevi che la sua materia non ti sarebbe servita a niente, e oggi? Eccoti qua a fare i conti con dogmi, opinioni, giudizi impazziti. Resterai turbata nello scoprire che anche le persone più inaspettate proveranno un briciolo di compiacimento interiore di fronte a un tuo fallimento, che ogni tanto godranno dinanzi ai tuoi piccoli dolori e si giustificheranno strofinandosi la coscienza sulle loro miserie. Ma tu resta sempre così, col super poter di essere debole di fronte a un qualunque abbandono ma con la voglia di piantarci una stella, per inventarti nuova in un tempo stupendo, far rifiorire il tuo cielo, rispolverare il tuo libro di storia e ritornare a indicare col dito le costellazioni del tuo sorriso. E quando la tua vita sarà scolorita dalla noia, dalle difficoltà, dal cinismo virale, spegni il wi- fi e parla con chi ami.
Amati abbastanza per amare bene. Una persona può diventare l’interpretazione vivente dei tuoi sogni, se tu smetti di confonderla riguardo ciò che vuoi. E poi vorrei dirti una cosa importante, il dolore non appare in vetrina. Non esistono offerte speciali che tu non abbia già pagato a caro prezzo, nessuno sconto reale sulle cose da difendere. Libera dalla gabbia tutti gli alibi che proteggi e dipingi l’anima di un altro colore, se il blu Copenaghen ha stancato i tuoi progetti e persino la forma delle tue sopracciglia. Non desiderare di finire a tutti i costi in tv. Desiderati felice, soprattutto. Butta il telecomando della tua cella di ibernazione. Disintossicarsi non è smettere di scegliere. Non farti dire mai:”Chissà chi eri tu, prima che ti andasse via dagli occhi tutta quella poesia”.

Massimo Bisotti

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE






É tutto così semplice, elementare. Fuori dalle tempeste inutili e dai torchi vani c’è la quotidianità, la pace, la gioia vera, solida. In solitudine. Il cuore ha ripreso il suo battito regolare, il corpo segue le leggi antiche  dell’universo, il pane, l’acqua, il sole al mattino, la pioggia al pomeriggio,  il libro la sera, tutto é quello che deve essere. Con leggerezza. Con razionalità. Con senso del concreto. 

La ragione  prende per mano le ragioni del cuore ed é tutto semplice. Tutto va bene. Sorrido. The greatest love of all is learning to love yourself. Esco a riveder le stelle. Quando si fluisce col proprio fluire tutto va bene, siamo quel che siamo, e va bene cosí. 
Il dolore nasce dal non rispettare se stessi.
Riappropriarsi della propria vita, niente sentimenti che turbano, niente paura, essere se stessi, seguirsi, amarsi. Chiarezza e ragione. Il sole in una mano. 
Io non ho la verità in tasca, non ho leggi scolpite nella pietra, non ho il segreto della felicità: quel poco  che so l’ho imparato sulla mia pelle. A viso nudo e scorticato. Per me sola vale. Alzo gli occhi. Conosco la mia geografia, la mia storia, la mia passata stupidità da ingenua credulona e la franchezza che mi rende vulnerabile.  Non fa nulla. Ho la mia dignità, imparo a difendermi se é il caso. Che troppo buoni ci prendono per scemi. 
Dice un antico detto giapponese : la vita é cadere sette volte e rialzarsi otto. Nulla temo. 

“E QUINDI USCIMMO A RIVEDER  LE STELLE” , 

l’ultimo verso del canto dell’Inferno di Dante.  
Dante e Virgilio escono dall’Inferno, 

 “ per quel cammino ascoso 
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.”




DAR DA MANGIARE IN UNA MANO


Philippe Jaroussky e Ensamble Mattheus, “Sovente il sole” di Vivaldi.

Ci si trova. Come in tutte le cose belle, ci si trova non ci si perde.  Nella quiete. Il sole, la leggerezza, l’anonimato,  il riso, la bella stagione. Pubblico in un giorno solo i frammenti raccolti in una settimana. 

Ho disconnesso il mio essere dalla tecnologia. Solo questo blog vuol essere finestra del reale, deposito storico di parte  delle mie passioni più profonde. Gestisco e scrivo questo blog dal lontano 2009  per condividere senza pretese pensieri, esperienze, inciampi, bellezza lieve e gioia profonda.  Nutro chi di qui passa  del mio nutrimento vitale. Condivido il poco, l’essenziale. Allieva sempre, imperfetta sempre, con limiti umani ma con le mani aperte.  Come il “dar da mangiare in una mano” dei miei maestri immensi.  A viso nudo, a mani piene.  Offrire.



SOVENTE IL SOLE -  Antonio Vivaldi 
Sovente, il sole
risplende in cielo,
più bello e vago (caro)
se oscura nube
già l'offuscò.

E il mar, tranquillo,
quasi senza onda
talor si scorge,
si ria procella
pria lo turbò...

martedì 14 maggio 2019

STARRY NIGHT


Non sappiamo. Non so. Non è dato sapere
con parole. Solo il corpo sa.
Sapienza di respiro. Sapienza naturale
di particelle tenute insieme
dalla circolazione. Atomi piastrine
aminoacidi tessuti vitamine proteine
una distribuzione di funzioni
svolte perfettamente. Ogni parte
una precisa mansione. E tutte insieme
dalla vetta degli occhi
sotto l’immensa volta della notte
per meccanico alzarsi della faccia
tutte le particelle insieme sobbalzano
un istante – quasi rammentando una
sgomentante felicità.

Mariangela Gualtieri, 2015

martedì 7 maggio 2019

IL TEMPO RESTERA'



“ Umanità, umiltà e semplicità.
 Grande uomo. Più grande dei grandi perchè gode nel pensare a ciò che può imparare ancora.
 Lui ama non lavora, lui vive, non si vive addosso ciò che ama. E' grande perchè dà.

 Io sto davanti a lui con l'animo di un bimbo senza sapere l'ora e senza geografia, contemplo nei suoi occhi la poesia”

 Jovanotti


Proseguo con le modeste  riflessioni  sulla musica e il tempo di Pino Daniele.
  "Entrare nel tempo che già c'è", mai lasciare lo strumento, suonare... incrociare il tempo della quotidianità e dell'abitudine con quello dell'espressione più autentica di sè.  
‘Il tempo resterà’, il docufilm RAI su Pino Daniele di Giorgio Verdelli del 2017 emoziona ed è sole e cielo, è un viaggio nel tempo della musica, la musica che si suona e che non ha bisogno di tante parole nè spiegazioni.











DEL GUARDARE SEMPLICE


5 maggio 2019, Bosco  della Sentinella 
Di mattina presto, in giro per le campagne. Rinuncio volentieri al mio sacro sonno. Il bosco della Sentinella, la masseria diroccata Caselli di Cristo. Il vento che accarezza l’erba e fa fremere le foglie sugli alberi... Domenica mattina e ho incontrato anch’io più alberi che persone. Cambia il respiro, si allarga, si sente solo il piegar leggero dei passi sul selciato e ringrazio questo centimetro di universo per l’ossigeno e il ristoro, per la bellezza semplice, semplice,  che fa gli occhi grandi. E non c’e bisogno di Photoshop nè di vocabolari ammuffiti. Cammino e guardo: vento che fa l'onda sull'erba e sulle foglie.




5 maggio 2019, Masseria Caselli di Cristo 
Guarda ogni cosa
come se fosse bella.
E se non lo è
vuol dire che devi
guardare meglio.
Cerca paesaggi
onesti e chiari
ora che le persone
sono incomprensibili.
Considera che la cosa
più difficile è guardare
una cosa qualsiasi
in un giorno qualsiasi.

Franco Arminio








lunedì 6 maggio 2019

L'ANIMA BLUES DI NAPOLI



Pino Daniele e l'anima blues di Napoli, la chitarra che mi incanta con le sue tonalità impervie e geniali. Studio e ristudio i passaggi e mi chiedo: ma come ha fatto? Ho rivisto il documentario della Rai  su di lui,  è proprio così, Pino Daniele ha re-inventato le sonorità del Sud. Questo pezzo "Qualcosa arriverà (Voglio 'o mare)"  era la colonna sonora di un vecchio film di Troisi, nel 2014 l'ha rimaneggiato in questa versione che preferisco all'originale .


Voglio 'o mare,
'e quatto 'a notte miezzo 'o pane
E si cadesse 'o munne sano,
Je nun me sposto
E resto 'a sotto a mo' guardà.
Voglio 'o mare,
Cù 'e mmura antiche e cchiù carnale
A vita 'o ssaje ce pò fa male
E per sognare poi qualcosa arriverà.
Tanto nun passa nisciuno
E nisciuno ce pò guardà
Te voglio bene
E ghià stasera 'o ssaje
Nun tengo genio 'e pazzià
E 'o suonno se ne và.
Voglio 'o mare
Pè chi fa bene e chi fà male
Pè chi si cerca e va luntano
E per sognare poi qualcosa arriverà.
Tanto nun passa nisciuno
E nisciuno ce pò guardà
Te voglio bene
E ghià stasera 'o ssaje
Nun tengo genio 'e pazzià
E 'o suonno se ne và


 

martedì 30 aprile 2019

TRA PARENTESI






«Leggere è come pensare, come pregare, come parlare con un amico, come esporre le tue idee, come ascoltare le idee degli altri, come ascoltare musica (sì, sì) come contemplare un paesaggio, come uscire a fare una passeggiata sulla spiaggia».


Roberto Bolaño 

“TRA PARENTESI” ADELPHI 

Fra il 1998 e il 2003, con l’intensificarsi delle sue collaborazioni a giornali e riviste, Roberto Bolaño accumula una quantità rilevante di discorsi, interventi, recensioni. Sembra un effetto collaterale dell’idea compulsiva di scrittura a cui da sempre pagava il suo tributo. In realtà, come i lettori avranno modo di scoprire, Bolaño stava dando vita a qualcosa di diverso e imprevedibile: un autoritratto per frammenti d’occasione. Tale infatti si rivela subito Tra parentesi: i testi che vi sono radunati – alcuni ancora inediti – sono tutti dedicati a temi o a personaggi niente affatto incidentali nella carriera di Bolaño: il Cile, l’esilio, la poesia latinoamericana, la vita e le opere – reinventate in poche frasi – di Philip K. Dick e Burroughs, Nicanor Parra e Gombrowicz, Borges e Rodolfo J. Wilcock. Una divagazione alla volta, un’incursione dopo l’altra in territori noti a lui solo, questo libro diventa proprio il genere di opera che Bolaño pretendeva di odiare sopra ogni altra: un’autobiografia – qualcosa che, come lui stesso dice delle memorie di Ellroy, «finisce con un uomo solo che rimane in piedi ... Vale a dire, non finisce mai». Difficile immaginare un epitaffio più conseguente e più lusinghiero.


domenica 28 aprile 2019

IMPARAVO




Imparavo la scucitura, dalle porte la spalancatura, 
dal remo imparavo il corpo a corpo e la spinta, dal pilone la sopportazione, dalla botola la custodia, dallo spino concentrazione e attacco, dalla neve nitore e scomparsa,
dalla rondine il riso nella corsa, e poi dal
fiore il furore, furore dall'edera e dall'erba, dalla
candela imparavo il silenzio, dal silenzio la luce
ed ero a casa.


Mariangela Gualtieri, in Senza polvere senza peso



 
 
 
 

A CASA
















La poesia è una carezza per l’anima. Sono a casa. 

La memoria della bellezza.  Cos’è ? E’ esattamente questo, un risuonare di corda interna che scatta prima del pensiero. E vibri nel respiro. La memoria della bellezza è ovunque la si scorga. 




Da un’intervista a Mariangela Gualtieri  di Altreconomia del 1 marzo, 2019:


A proposito della “memoria della bellezza”, di cui ha scritto: come la bellezza ci può aiutare in un percorso di rinnovamento culturale?

“ Finché siamo capaci di soprassalti davanti a un paesaggio, a un cucciolo o a un fiore, davanti alla luna o al mare, finché siamo capaci di quel respiro tipico della meraviglia, vuol dire che c’è ancora memoria, che ancora riconosciamo la bellezza come si riconosce una faccia amata fra una folla straniera. Quel respiro dice appunto: ti riconosco, sei mia patria, sei mia casa. La bellezza procura una gioia immediata, che scatta prima del pensiero: veniamo immediatamente toccati in una corda interna e risuoniamo. In quel risuonare c’è molta speranza per quello che lei chiama il percorso di rinnovamento culturale, ma bisogna essere stati educati a una certa attenzione, all’ascolto di sé e della bellezza del mondo. Si potrebbe altrimenti finire per scambiare la bellezza con l’ossessione estetizzante, farne una questione di centimetri, di grammi, di silicone, di rughe cancellate, di razze, di mode.”


Mariangela Gualtieri 









venerdì 26 aprile 2019

ALBA







E c’e anche e soprattutto la bella solitudine, quella della pace e del ristoro. E’ sempre stata mia, la capacità di farmi compagnia, i momenti migliori, quando ogni  silenzio risuona dentro e ti ritrovi tu e lo spazio intorno ad osservare l’alba, a gioir del cielo “incarnato” come disse Ungaretti. La solitudine bella che  si colma di luce diafana e sole  e leva la mano trepida all’orizzonte. E tutto s’acquieta e al giorno si muove.



A che ora è la solitudine?
La solitudine è alle quattro del mattino.
Veniamoci incontro
dice la notte al giorno.
È il bel compromesso


che chiamiamo alba.

Franco Arminio 

giovedì 25 aprile 2019

IL SOLE IN UNA MANO

All’amicizia nutritiva... ai contemplativi, emotivi umili, che fanno poco rumore e muovono passi ed emozioni su questa terra. Ringrazio coloro che nutrono l’anima e non vendono fumo. Coloro che non possiedono niente e nessuno e che non hanno bisogno di fregi. A chi non ammalia ma dialoga, impara e non insegna. A chi cade e si rialza.  La semplicità é una piccola cosa: una passeggiata in bicicletta, un libro aperto tra le mani, amici che dal passato rientrano casualmente da porte sempre aperte e ti senti a casa. Accolta.


Vederla è un dipinto
sentirla è una musica
conoscerla un'intemperanza
innocente come giugno
non conoscerla una tristezza
averla come amica un calore
vicino come se il sole
ti brillasse nella mano.


Emily Dickinson 

E’ PROIBITO


E oggi inciampo in questa... piacevole lettura. Continuiamo a vibrare per ogni istante di assoluta normalità e pace. Condivido.






È proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare, avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi, non lottare per quello in cui credi e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non dimostrare il tuo amore, fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici, non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te, dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso, avere paura della vita e dei suoi compromessi, non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire, dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
È proibito non creare la tua storia, non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te, non comprendere che ciò che la vita ti dona, allo stesso modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicità, non vivere la tua vita pensando positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso, non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.




ALFREDO CUERVO BARRERO

mercoledì 24 aprile 2019

ANCORA MI SOLLEVO


Puoi svalutarmi nella storia 
Con le tue amare, contorte bugie; 
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco 
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò.

Maya Angelou