domenica 17 giugno 2012

IVRESSE


Riflettevo in questi giorni: l'esortazione baudelairiana non è rivolta all'ubriacatura ma all'ebrezza, allo stordimento felice che solleva dalla tirannia feroce delle lancette dell'orologio. Ivresse è lo stato di chi ha fatto il pieno di bellezza senza annichilirsi, vino, poesia o virtù, purchè si celebri la vita...  


XXXIII • UBRIACATEVI

Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo chevi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
                  Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.
                  E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull'erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l'ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle onde, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno:
«È ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare».


CHARLES BAUDELAIRE


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