venerdì 15 giugno 2012

AEREI NAVIGANTI DELLO SPIRITO



«575. Noi, aerei naviganti dello spirito. Tutti questi arditi uccelli che spiccano  il volo nella lontananza, nell ’ estrema lontananza, di sicuro, a un certo momento non potranno più andare oltre e si appollaieranno su un pennone o su un piccolo scoglio - e per di più grati di questo miserevole ricetto! Ma a chi sarebbe lecito trarne la conseguenza che non c’è più dinanzi a loro nessuna immensa libera via, che sono volati tanto lontano quanto è possibile volare?

 Tutti i nostri grandi maestri e precursori hanno finito con l’arrestarsi; e non è il gesto più nobile e il più leggiadro atteggiamento quello con cui la stanchezza si arresta : sarà così anche per me e per te! Ma che importa a me e a te! Altri uccelli voleranno oltre! Questo nostro sapere e questa nostra fiducia spiccano il volo con essi e si librano in alto, salgono a picco sul nostro capo e oltre la sua impotenza, lassù in alto, e di là guardano nella lontananza, vedono stormi di uccelli molto più possenti di quanto non siamo noi i quali agogneranno quel che agognammo noi, in quella direzione dove tutto è ancora mare, mare mare! E dove dunque vogliamo arrivare? Al di là del mare?

Dove ci trascina questa possente avidità, che è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perché proprio in quella direzione, laggiù dove sono fino ad oggi tramontati tutti i soli dell’umanità? Un giorno si dirà forse di noi che, volgendo la prua ad occidente, anche noi speravamo di raggiungere un’India, ma che fu il nostro destino naufragare nell’infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure?».

Friedrich Wilhelm Nietzsche, Aurora


I naviganti dello spirito, coloro che spostano le pietre di confine e anelano a quelle "ininterrotte altezze" la cui visione è già portata nell'anima come tratto costitutivo dell'essere. Tenere il timone fermo, giocare d'equilibrio tra pesi e contrappesi, attraversare mare e cielo e terra, con quello che c'è, con quello che siamo. "Diventa ciò che sei!" era la massima del vecchio filosofo tedesco. Le altezze ci sono connaturate, l'elevazione un imperativo, la spinta verso la deriva felice un movimento naturale, la ricerca ostinata di infinito mare e interminabili soli e cieli. La tentazione del volo, del mare aperto...

...Se in me è quella voglia di cercare, che spinge le vele verso terre non ancora scoperte, se nel piacere è un piacere di navigante: se mai gridai giubilante: "La costa scomparve"; ecco anche la mia ultima catena è caduta, il senza-fine mugghia intorno a me, laggiù lontano splende per me lo spazio e il tempo, orsù! Coraggio! Vecchio cuore!...



Friedrich Wilhelm Nietzsche


Gestillte Sehnsucht - Nostalgia Placata, è il brano che mi è naturale associare alla traversata dello spirito. E' il  Lied di  Johannes Brahms (1833-1897) interpretato  da Jessye Norman accompagnata da Daniel Barenboim (piano) e Wolfram Christ (viola). Brahms aveva scritto questa partitura per  voce, piano e viola sui versi del poeta Friedrich Rückert.
 






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