lunedì 18 febbraio 2013

IL RISVEGLIO DELL'INTELLIGENZA

La capacità di capire è intelligenza...dice il pensatore, e quando l'intelligenza diviene la nostra guida noi ci scopriamo liberi. E la paura non è più paura. 





Juddu Krishnamurti, non un guru non un leader spirituale ma un pensatore libero, un filosofo apolide, una voce intelligente che non indica, non chiede ma medita e lascia meditare. "Il risveglio dell'intelligenza" è una riflessione su ciò che si può diventare mutandosi in  se stessi. La vera rivoluzione dice, sulla scia del pensiero di Gandhi, comincia da se stessi.






« C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente. »
(J. Krishnamurti, Di fronte alla vita)

 Il fisico David Bohm, si avvicinò alla filosofia di Krishnamurti rinvenendovi dei dei punti di contatto con le sue innovative teorie fisiche. I dialoghi tra le due menti costruirono un raro, rarissimo "ponte" tra misticismo e scienza. Molti uomini di scienza ancora oggi trovano molto stimolanti i discorsi di Krishnamurti su questioni quali il tempo, la morte, il pensiero.


IL CUORE DELL'INSEGNAMENTO DI KRISHNAMURTI


Krishnamurti, su richiesta della sua biografa Mary Lutyens, riassunse così il proprio insegnamento:

"La verità è una terra senza sentieri". L'uomo non può raggiungerla attraverso nessuna organizzazione, credo, dogma, clero, o rituali, né attraverso lo studio filosofico, o le tecniche psicologiche. Deve trovarla attraverso lo specchio dei rapporti, attraverso il riconoscimento dei contenuti della propria mente e l'osservazione, e non mediante l'analisi intellettuale o la dissezione introspettiva. Gli uomini hanno costruito in se stessi le immagini della propria sicurezza, religiose, politiche e personali, che si esprimono come simboli idee e credenze. Il loro peso domina il pensiero, i rapporti, la vita quotidiana dell'uomo. Sono la causa dei nostri problemi, perché in qualunque rapporto dividono le persone. La nostra percezione è modellata dai concetti già formati nella mente. Il contenuto della nostra coscienza è la coscienza stessa, ed è comune a tutta l'umanità. La personalità consiste soltanto nel nome, nella forma e nella cultura ricavata dall'ambiente. La specificità dell'individuo non sta nei fattori superficiali, ma nella totale libertà dal contenuto della coscienza. La libertà non è una reazione, la libertà non è una scelta. E' una pretesa umana pensare che la possibilità di scelta sia libertà. La libertà è pura osservazione senza movente; la libertà non si situa alla fine dell'evoluzione umana, ma nel primo momento della sua esistenza. L'osservazione porta a scoprire la mancanza di libertà. La libertà risiede nella consapevolezza priva di scelta della vita quotidiana. Il pensiero è tempo. Il pensiero nasce dalle esperienze e dalle conoscenze, che sono inseparabili dal tempo. Il tempo è il nemico psicologico dell'uomo. Il nostro agire si basa sul conosciuto e quindi sul tempo, e così l'uomo è continuamente schiavo del passato. Diventando consapevoli del movimento della coscienza, possiamo osservare la divisione tra il pensatore e il pensiero, tra osservatore e osservato, tra il soggetto dell'esperienza e l'esperienza. Scopriremo che questa divisione è illusoria. Allora rimane la pura osservazione, che è intuizione senza residuo del passato. L'intuizione priva di tempo induce un profondo e radicale cambiamento nella mente. La negazione totale è l'essenza della positività. Dove c'è negazione di tutto ciò che non è amore (cioè desiderio e piacere), allora c'è amore, con la sua compassione e intelligenza.

Jiddu Krishnamurti (Londra, 21 ottobre 1980)Dal libro "Libertà Totale" Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma

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