sabato 24 luglio 2010

DINIEGO



"...consiste ne negare, nelle forme più svariate e ipocrite, l'esistenza di ciò che esiste e per giunta si conosce."


Umberto Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, 2003


Credo che non vi sia altro "vizio" non capitale ma collettivo, secondo la classificazione di Umberto Galimberti, più deleterio e codino di questo. Di origine freudiana, come quasi tutto il secolo che sa di non sapere tutta la verità su se stesso, questo male si dilata col dilatarsi dei megafoni della comunicazione, diventa un blob incandescente che annebbia la mente, per cui non vediamo più quello che vediamo ma solo quello che vogliamo vedere. Per Freud, infatti, era l'anticamera della pazzia.

Non è la rimozione, non è la negazione, il diniego, Verleugnung, è negare che le cose siano come sono e come si sa che sono. Dalla questione palestinese fino alle faccende di casa nostra, c'è di che trovare esempi di questa immoralità collettiva che scarica altrove la scienza e la coscienza dell'accadere.

polange

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