venerdì 19 febbraio 2010

LA GUERRA DELL'ACQUA

La guerra dell’acqua

articolo apparso venerdì 19 febbraio, 2010 su ZonaFranca
http://www.zonafrancanews.it/opinione/opinione/la-guerra-dellacqua

scritto da Angela Poli

In questi ultimi mesi, è in atto in Italia uno scontro tra enti locali, Movimenti civili e Governo su una questione dalla cui soluzione dipenderà il destino di noi tutti e anche quello delle generazioni future. L’oggetto della battaglia è l’”oro blu” del nuovo millennio, l’acqua, una conquista del XX secolo portata dritto nelle nostre case e che oggi diventa, grazie ad un decreto blindato in Parlamento a fine novembre, una merce qualunque, come una camicia o un sacchetto di popcorn acquistati al centro commerciale. La privatizzazione dell’acqua è passata nell’ articolo 15 di un decreto rabberciato divenuto legge con voto di fiducia, contenente un po’ di tutto, indicazioni sull’uso del marchio “Tutto italiano”, nuove disposizioni sugli elettrodomestici, le lampadine e altro. Inizia così, all’insaputa dei più, un’era nuova, che apre i battenti alla gestione privata e ai capitali finanziari e che “costringe” gli enti locali a liquidare il sistema idrico al miglior offerente. L’idea di fondo, o la pia illusione, è che i privati garantiscano più efficienza attraverso un ammodernamento della rete idrica. Inoltre, si tratterebbe di un’abile manovra per rimpinguare le casse in quei Comuni immiseriti dal taglio dell’ICI. E’ noto che quei Comuni italiani da tempo serviti dalle grandi Spa o multinazionali vedono un aumento delle tariffe a fronte di un peggioramento dei servizi. Quello che si tace, ignorando la legislazione europea, è che la privatizzazione dell’acqua è il tentativo di depredare un territorio già aggredito da malavita e malaffare, è la svendita silenziosa di un patrimonio comune, e vendere al cittadino a caro prezzo l’acqua dei fiumi, dei pozzi, delle sorgenti demaniali equivale al commercio dell’aria, del sole, del mare…insomma, Totò che tenta di vendere la Fontana di Trevi.

In tutto il mondo assistiamo alla lotta tra il diritto all’acqua e le multinazionali pronte a gettarsi nell’affare del secolo. La straordinaria crescita del nostro pianeta con le più aspre conseguenze dei mutamenti climatici fanno sì che gli anni che verranno vedranno la riduzione del livello dell’acqua potabile che diverrà sempre più preziosa. Molti pensano che se le guerre del XX secolo miravano al petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto del contendere l’acqua. L’acqua è fonte di vita, è bene comune dell’umanità e diritto inalienabile, non è soggetta a leggi di mercato, è diritto fondamentale della persona e non una merce, questi sono i principi che a partire dalla Carta Europea dell’Acqua del 1968 fino al Contratto Mondiale dell’Acqua ispirano le società civili e le politiche in tutto il pianeta.

Intanto in Italia è rivolta dei Sindaci, mentre in Puglia, per primo, il governatore Nichi Vendola con la sua giunta, impugna l’articolo 15 del decreto Ronchi per incostituzionalità, delibera la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese e getta le basi di una politica virtuosa a difesa del diritto di tutti all’acqua come “bene essenziale e insostituibile per la vita”. Seguono l’esempio pugliese numerosi Comuni italiani di diversi colori politici e di recente anche la giunta regionale piemontese. Il Papa l’ha scritto nella sua recente enciclica, i vescovi lo ripetono, i sacerdoti di Altamura firmano una petizione: l’acqua non ha padroni.

Ma come funziona altrove? A Parigi, il sindaco Delanoë ripubblicizza l’acqua con un ente pubblico denominato “Eau de Paris” con grande risparmio per i cittadini. Gli Stati Uniti si tengono stretta la loro acqua municipalizzata. La Svizzera ha fatto dietrofront e ha posto il monopolio di Stato sull’acqua. Molti paesi dell’America Latina introducono nel loro statuto il principio di “acqua bene comune dell’umanità”. La questione richiede una nuova dimensione etica del pubblico e della gestione dei beni comuni. E’ il tema che dovrebbe riguardare non solo le agende politiche di chi fa politica per la gente e non per il Mercato ma anche il semplice cittadino. Per non rinunciare alla propria porzione di sovranità e quindi ai propri diritti e a quelli dei propri figli a favore della legge cinica del Mercato che tutto mercifica, e che tenterà dopo lo shopping dell’acqua di venderci l’aria che respiriamo, l’ultimo elemento empedocleo rimasto non ancora confezionato per l’acquisto.

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