lunedì 21 dicembre 2009

IO SONO VERTICALE



Mi imbatto oggi, in una poesia piuttosto nota di Sylvia Plath (1932-1963), versi che mi capita di incrociare di tanto in tanto, tra le mie raccolte poetiche o vagando per improvvisati itinerari telematici, incontri occasionali e fortuiti,come accade a vecchi amici che si riconoscono allo sguardo e riattivano ogni volta il cerchio della memoria...


polange


Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.

Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.

Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.

Sylvia Plath

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