Gli erano entrate negli occhi, quelle due immagini,
come
l’istantanea percezione di una felicità assoluta e incondizionata.
Se
le sarebbe portate dietro per sempre.
Perché
è così che ti frega, la vita.
Ti
piglia quando hai ancora l’anima addormentata
e
ti semina dentro un’immagine, o un odore,
o
un suono che poi non te lo togli più.
E
quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quand'è troppo tardi.
E
già sei, per sempre, un esule:
a
migliaia di chilometri da quell'immagine,
da
quel suono, da quell'odore. Alla deriva.
A. BARICCO, Castelli di Rabbia
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