Nel suo saggio "La grana della voce" (1981) , Roland Barthes sosteneva che i grandi "mantenitori" della letteratura si allontanano, i grandi scrittori scompaiono con la resa delle case editrici ad un "pubblico fragile, infedele, minato dalla cultura di massa, che non è letteraria". Barthes è l'autore di un bel libro sui logoteti, i fondatori di uno stile, anche se lui stesso, non si riteneva uno di questi. Scrive:
" Tutto ciò che posso ricordare è che un logoteta (Sade, Fourier, Loyola) non è soltanto e non è neppure necessariamente uno scrittore che inventa delle parole, delle frasi proprie, in una parola uno stile; è qualcuno che sa vedere il mondo, nel suo mondo, degli elementi, dei tratti, delle "unità", come dicono i linguisti, che combina e organizza in maniera originale, come se si trattasse di una lingua nuova di cui producesse il primo testo."
Io mi chiedo allora, quanti ancora sono capaci di inventare un mondo nuovo attraverso una lingua mai parlata prima?
polange
" Tutto ciò che posso ricordare è che un logoteta (Sade, Fourier, Loyola) non è soltanto e non è neppure necessariamente uno scrittore che inventa delle parole, delle frasi proprie, in una parola uno stile; è qualcuno che sa vedere il mondo, nel suo mondo, degli elementi, dei tratti, delle "unità", come dicono i linguisti, che combina e organizza in maniera originale, come se si trattasse di una lingua nuova di cui producesse il primo testo."
Io mi chiedo allora, quanti ancora sono capaci di inventare un mondo nuovo attraverso una lingua mai parlata prima?
polange
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