“Il “prossimo” sempre meno specchio di me, e sempre più “altro”, obbligherà tutti a fare i conti con la differenza, come un giorno, ormai lontano nel tempo siamo stati costretti a farli con il territorio e la proprietà. La diversità sarà il terreno su cui far crescere le decisioni etiche, mentre le leggi del territorio si attorciglieranno come i ventiquattro comandamenti del profeta Mansur. Fine del legalismo e quindi dell’uomo come l’abbiamo conosciuto sotto il rivestimento della legge, e nascita di quell’uomo più difficile da collocare, perché viaggiatore inarrestabile, in uno spazio che non è garantito neppure dall’aristotelico “cielo delle stelle fisse”, perché anche questo cielo è tramontato per noi.”
U. Galimberti, Idee: il catalogo è questo, Feltrinelli
Ognuno di noi resta se stesso incontrando l'altro, in un territorio dai confini porosi, dove, come spiega Lévinas, il volto dell'altro ci compete, essendo egli alterità inviolabile e traccia dell'infinito.
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